Il riconfermato coach della Promozione del Visconti: «Stavamo andando sempre meglio. L’obiettivo di giocare i play off è solo rimandato nel tempo»
Quando, lo scorso mese di settembre, incontrammo Lorenzo Locatelli dopo uno dei primi allenamenti con la Promozion, lui fu quanto mai esplicito: «Sia chiaro: io a giugno non voglio trovarmi con i ragazzi per giocare una pur gradevole partita di basket. A giugno voglio che l’asticella sia ancora ben alta perché ci sono i play off».
La storia recente ha purtroppo detto che le belle ambizioni del giovane coach della Promozione del Visconti, sono state forzatamente riposte nel cassetto, a causa dell’emergenza sanitaria e di tutto quello che ha portato in scia: «Un brutto colpo per tutti quelli che, come me, vivono per la palla a spicchi – dice il “Loca” gialloblu – ma siamo stati travolti da qualcosa che nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare».
Quale rammarico le lascia questa stagione?
«Uno soltanto: non aver visto premiati i sacrifici compiuti dalla squadra. Avremmo giocato i play off, nessuno può farmi pensare il contrario. Dopo essere andati un po’ a singhiozzo nella prima parte del campionato, avevamo trovato il ritmo giusto. Ogni nostro risultato è stato frutto di prestazioni che sono andate migliorando. Sono certo che avremmo raggiunto i play off. Mi spiace davvero non aver potuto condividere con i ragazzi una fase così emozionante».
E’ tempo di pagelle: quale attribuire alla Promozione?
«Il Visconti va promosso ed anche con un voto alto. Considerando che eravamo al via di una stagione di transizione, personalmente sono contento di com’è andata. Tutto si può migliorare, senza dubbio: ecco perché non vedo l’ora di tornare in palestra a lavorare sull’entusiasmo e sul talento della squadra. Con la società stiamo valutando qualche nuovo innesto. L’identikit che cerchiamo è quello di un giocatore che possa far “lievitare” l’esperienza di un gruppo che è fondamentalmente molto giovane. Chiunque arrivi però – specifica Locatelli – non snatureremo il nostro modo di giocare. Al contrario, cercheremo di crescere ulteriormente».
Come si immagina la prossima stagione?
«Dare una risposta è difficile. Siamo reduci da un lungo periodo di pausa forzata, durante il quale l’unico contatto con il basket è stato quello con gli allenamenti proposti a video, soprattutto atletici. Il mio auspicio è che si torni alla pallacanestro che tutti conosciamo, quella senza limiti, distanziamenti e quant’altro. Spero davvero che a settembre ci siano le condizioni per “riabbracciare” il basket che aggrega, che unisce, che fa vivere il concetto di squadra».