L’esperto coach farà parte dello staff della Serie B femminile: «Con Randy Behring faremo bene. In palestra mi piace lavorare sodo»
«La pallacanestro è la mia vita, la mia passione, il mio primo amore…» Quante persone hanno espresso un concetto simile. Ma se l’interlocutore è Ennio Pizzi, allora anche lo spazio tra una parola e l’altra corrisponde alla verità assoluta.
Classe 1962, l’apprezzato tecnico è entrato a far parte dello staff della Serie B femminile, mettendosi al fianco del confermato Randy Behring: «Coach con il quale non vedo l’ora di iniziare a collaborare – sottolinea Pizzi – perché sin dalle prime chiacchiere scambiate con lui, mi sono reso conto che ci completiamo a vicenda. Si creerà la situazione ideale affinché ogni giocatrice possa trarre massimo beneficio da ogni allenamento e da ogni partita».
Domanda inevitabile: perché Visconti Brignano?
«Perché in una realtà geograficamente piccola opera una grande società. Una realtà che, nella scala di valori, mette in cima la cultura del lavoro, la tranquillità dell’ambiente, la serenità del gruppo e la crescita di ogni componente del club. Sono ben lieto di poter dare il mio contributo».
Com’è Ennio Pizzi quando entra in palestra?
«È un allenatore al quale piace lavorare sodo. L’obiettivo è quello di far sudare due magliette ad allenamento ad ogni ragazza – sorride – consapevole che la giocatrice migliore è quella che rientra in spogliatoio stanchissima ma contenta di quanto fatto in palestra».
Spogliatoio richiama al concetto di gruppo unito…
«Preferisco fare un distinguo. Lo spogliatoio è quella “porzione di campo” che è di esclusiva proprietà delle giocatrici. Là dentro il gruppo si confronta, si rafforza. Poi il mosaico si completa anche al di fuori dello spogliatoio. Qui entrano in scena società e staff che devono avere idee chiare sul loro rispettivo compito. Chi allena ha il dovere di far sentire ogni giocatrice partecipe del progetto. Durante ogni esercizio in allenamento, durante ogni situazione di gioco, il momento è sempre quello giusto per far capire, alle ragazze, che la pallacanestro importante è quella che va oltre una statistica o la conta dei minuti giocati. Io amo il basket della mia generazione, quello che in campo aveva il miglior centro, il miglior play, il miglior tiratore ma, di fianco al coach in panchina, il miglior sesto uomo, il miglior giovane e via dicendo».
Parla l’esperienza…
«Ho iniziato a giocare che avevo 8 anni – sottolinea Ennio Pizzi – e fosse per me sarei ancora in campo. Alleno da 35 anni e, sin dal primo giorno, il mio “credo” è stato quello di interpretare la pallacanestro come una scelta libera. Ho maturato esperienze nel minibasket, nel basket giovanile, nelle prime squadre, sia maschile che femminile. Ho anche allenato una squadra di Serie A di basket in carrozzina, settore che continuo a seguire. Scendere di categoria non è mai stato un insuccesso. Al contrario, è il modo per arricchire il mio bagaglio e trovare nuovi stimoli che mi consentano di crescere. Studio molto l’evoluzione della pallacanestro, col preciso intento di proporre situazioni di allenamento e di gioco “ad hoc” per ogni categoria. Il basket mi ha dato tanto. Adesso è corretto che io cominci a rendere qualcosa».
Un bagaglio importante da mettere a disposizione delle ragazze del Visconti?
«Questo è il mio obiettivo e, ripeto, sono certo che lavorando in concerto con Randy Behring arriveranno risultati positivi. Al di là delle statistiche e dei risultati. Mi aspetto di fare un bel percorso con le giocatrici del Visconti. Il mio auspicio è che ci sia il loro apprezzamento e che tutti insieme si possa continuare a crescere».